Lo scorso 25 ottobre una parte del popolo napoletano, insieme a tanti uomini e donne, ha manifestato davanti alla Mostra d’Oltremare in viale Kennedy a Napoli, dove si teneva la Pharmaexpo a cui prendeva parte anche la multinazionale israeliana TEVA, finanziatrice del genocidio e quindi corresponsabile anch’essa del massacro di 200mila palestinesi. Per denunciare tutto ciò si e’ manifestato con determinazione e rabbia.
Questa voglia di fratellanza, di solidarietà e di amore con chi viene ucciso dal potere e dal dominio, come sta avvenendo in Palestina, non piace e non e’ piaciuto ai padroni nostrani; e così hanno scatenato la loro violenza contro i manifestanti, mettendo in atto un vero e proprio agguato in stile cileno (pestaggi, manganellate e identificazione con foto segnaletiche e ritiro di documenti), fermandone brutalmente alcuni e mettendone cinque in stato di fermo. Tutto questo avveniva fuori dal palazzo dove era stata realizzata la normale contestazione e si stava pacificamente defluendo verso l’uscita. Condotti con la forza in questura, due dei manifestanti venivano dopo poco rilasciati, mentre per gli altri tre scattava l’arresto immediato e il trasferimento in carcere.
Altrettanto immediata, forte e determinata è stata la risposta dei compagni, dei solidali e di tutto il movimento, con un presidio di massa sotto alla questura.
Subito ci si è organizzati per denunciare l’accaduto, mettendo in atto una campagna di controinformazione e di mobilitazione su tutto il territorio. Il giorno dopo gli arresti è stata indetta una conferenza stampa nello stesso luogo dove il giorno prima si era tenuta la contestazione alla multinazionale TEVA e dove la repressione dello stato aveva arrestato * compagn*. La conferenza stampa è stata partecipatissima, ricca di interventi che con la massima determinazione e chiarezza chiamavano in causa il maggiore responsabile della presenza della multinazionale israeliana TEVA e quindi degli stessi arresti seguiti alle inevitabili contestazioni. A luglio il consiglio comunale aveva approvato una mozione che, come si può leggere sul sito del comune di Napoli “impegna il Sindaco e l’Amministrazione a interrompere rapporti con enti e istituzioni legati al governo israeliano e privilegiare rapporti di collaborazione con ONG israeliane pacifiste”. Dichiarazioni che non hanno avuto un riscontro nei fatti, vista la presenza in pompa magna della TEVA all’interno di una spazio pubblico comunale, a dimostrazione palese dell’inganno del sindaco e di tutta la sua giunta. Nei vari interventi che si susseguivano in conferenza stampa emergeva anche il ruolo strategico e quindi la condanna dei vari decreti legge repressivi, che hanno permesso questo tipo di repressione e arresti, attuati da questo governo fascista senza maschera e dai precedenti governi fascisti con la maschera – tra tutti il governo Draghi.
Sempre nel corso della conferenza stampa venivano decise le iniziative di lotta da portare avanti per la liberazione de* compagn* arrestati. Tra queste vi è stata la realizzazione di una grande assemblea cittadina che di fatto si e svolta alla facoltà di Lettere e Filosofia, con una partecipazione che richiamava alla memoria i fatidici momenti assembleari del mitico ‘68. Una partecipazione in cui la presenza dei giovani e dei giovanissimi studenti e’ stata non solo maggioritaria, ma anche determinante nel dare forza e prospettiva alla lotta per la liberazione de* compagn*, alla lotta contro la guerra, contro ogni genocidio, contro ogni forma di repressione e per la libertà del proletariato palestinese, decidendo tutti insieme un importante passaggio successivo, da concretizzare in una manifestazione cittadina.
Nel mentre, la macchina del potere esauriva il suo primo momento più reazionario e repressivo, e grazie alla grande mobilitazione e alla lotta del movimento antagonista scarcerava * tre nostr* compagn*, continuando però ad esercitare repressione tramite l’applicazione dell’obbligo di firma per ben tre volte alla settimana.
La giusta risposta alla mancanza di una completa libertà de* compagn* non poteva essere che la messa in pratica della manifestazione cittadina decisa in sede assembleare, che si è svolta il giorno 31ottobre in modo imponente e carico di rabbia, sotto una massiccia e odiosa presenza delle forze dell’ordine, vero e proprio braccio armato dello stato. Poche ore prima della manifestazione ci si e’ autorganizzati – come autorganizzata è stata tutta la lotta – e abbiamo portato la nostra rabbia fin dentro l’aula consiliare del Comune, occupandola, per cercare di fare rispettare gli impegni presi dalla giunta .
La manifestazione ha rappresentato non un punto di arrivo, ma un grande momento per continuare la lotta e per ribadire la consapevolezza che solo rifiutando la logica del potere, del dominio e del capitalismo nel suo insieme si fermeranno le guerre, i genocidi, lo sfruttamento, il patriarcato, tutti i decreti di emanazione di leggi repressive. E si potrà trasformare la repressione in forza.
Gruppo Mastrogiovanni – FAI Napoli